Un defibrillatore costa poco più di un cellulare, ma può salvare una vita
L’arresto cardiaco colpisce circa sessantamila italiani ogni anno e uccide nel giro di quattro o cinque minuti. Un tempo di gran lunga inferiore a quello che trascorre nell’attesa dell’arrivo di un medico o del 118. Ecco perché le manovre salvavita sono fondamentali in attesa o in assenza di personale sanitario. Queste manovre possono essere praticare con l’apposito dispositivo defibrillatore, che prevede l’erogazione di una scarica elettrica al cuore del paziente per porre termine a un’aritmia o ad un arresto cardiaco mortale.
Chi può usare il defibrillatore?
Fortunatamente, con la legge “Disposizioni in materia di utilizzo dei defibrillatori semiautomatici e automatici” del 4 agosto 2021, anche in assenza di personale sanitario o non sanitario formato, è consentito l’uso del defibrillatore semiautomatico o automatico anche a una persona non formata. La legge fa riferimento all’articolo 54 del codice penale, che sancisce la non punibilità delle azioni intraprese da chi agisce in stato di necessità. Ciò nel tentativo di prestare soccorso e salvare una persona in grave pericolo, proprio come l’arresto cardiaco. Nel caso una persona non abbia sostenuto il corso BLSD, saranno gli operatori della centrale 118 a guidarla nell’effettuazione del massaggio cardiaco e nell’uso del defibrillatore, in attesa dell’arrivo dei soccorsi.
Servono cittadini soccorritori
La legge punta punta alla diffusione e utilizzazione dei defibrillatori semiautomatici e automatici esterni (DAE) e a favorire ove possibile la loro collocazione in luoghi accessibili 24 ore su 24 anche al pubblico. Vale a dire presso le sedi delle pubbliche amministrazioni, nelle aree e sui mezzi di trasporto, presso i gestori di pubblici servizi, nelle scuole di ogni ordine e grado e nelle università. Per questo, lo stato, a decorrere dal 2021, ha stanziato 2 milioni di euro annui sia per la diffusione di fibrillatori, sia per per promuovere corsi teorico-pratici per i cittadini nei luoghi di lavoro, nelle strutture extra-ospedaliere, nelle scuole.
«Avendo in dotazione come associazione un defibrillatore – spiega il presidente del C.O.E.R. Alessandro Bacchelli – abbiamo deciso di donarlo alla comunità budriese perché possa avere a disposizione questo importante strumento h24. La formazione dei cittadini, invece, non ci compete. Sarà cura dell’amministrazione o delle altre associazioni del territorio che operano nel settore socio-sanitario occuparsene per formare il maggior numero di cittadini soccorritori e creare le condizioni per salvare più gente possibile».
«L’iniziativa vuole essere il “la” per iniziare in un’azione di sensibilizzazione – sottolinea Silvia Fughelli, della segretaria Coer. Abbiamo anche coinvolto alcune frazioni, impegnandoci a supportarle nelle procedure necessarie per dotarsi di un defibrillatore».
I corsi hanno a una durata di 5 ore
I corsi hanno a una durata di 5 ore e prevedono sessioni teoriche e pratiche per l’utilizzo del defibrillatore semiautomatico (BLSD) L’obiettivo è insegnare a defibrillare una persona in arresto cardiaco e a eseguire correttamente il massaggio cardiaco. Al termine del corso è previsto il rilascio di un attestato di abilitazione alla defibrillazione precoce, riconosciuta a livello nazionale. Tale attestato, che certifica il percorso svolto e la conoscenza acquisita del protocollo BLSD (Basic Life Support and Defibrillation), deve essere rinnovato ogni due anni.